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al testo di Gil
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Hai parlato del dolore come si parla di un reietto, un ospite infelice dal triste destino per il quale, dicevi, non vale la pena di perdere tempo;
eppure il dolore è poca cosa se penso ai morsi profondi della solitudine, che a volte, soffrire, sembra un sorso d'aceto ma pur sempre migliore
di quell'arsura del cuore che non ha neppure una croce e nessun ladro a tenerle compagnia. E come un ladro il dolore ti arriva alle spalle e spudorato ti fa sentire ancora vivo.
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